Toshikazu Kawaguchi  – Garzanti  2020

       Quando si dice che i popoli orientali vivono più a lungo perché sanno come vivere bene il presente: cibo buono e limitato, corpo e anima nutriti con movimento e meditazione, pensiero yogico del ‘qui ed ora’: vivere con consapevolezza il tempo presente senza rodersi per come si è vissuti nel passato tanto anche a volerci tornare per sistemarlo la vita futura non cambia (questo forse capita nei film ma non nella realtà).

Questo il pensiero che pervade i libri di Toshikazu Kawaguchi che ci racconta che è importante ‘imparare’ a vivere ogni momento presente con cura e attenzione. Angustiarsi per il futuro o rammaricarsi per la vita passata è ‘molto’ umano tanto che vivere con serenità il presente non viene proprio naturale e pertanto bisogna ‘imparare’ a farlo. Proprio come quando si gusta il caffè sorso dopo sorso, cogliendone ogni attimo.


Finché il caffè è caldo è diventato un caso editoriale in Giappone, dove ha venduto oltre un milione di copie. Poi ha conquistato tutto il mondo a pochi giorni dall’uscita. Un romanzo pieno di fascino e mistero sulle occasioni perdute e sull’importanza di quelle ancora da vivere. 

In una Tokio moderna c’è un caffè collocato in un luogo al riparo dalla fretta e dalla modernità dove si serve un caffè molto pregiato e dove si possono gustare anche piatti tipici della cucina giapponese.

Ma il caffè è popolare perché, si dice, che lì dentro si possa tornare indietro nel tempo: a patto che ci si sieda su una sedia in particolare e si beva il caffè, servito da una caffettiera d’argento, prima che questo si raffreddi del tutto. 

La condizione imprescindibile è proprio non farlo raffreddare altrimenti si resta nel passato. Il coraggioso di turno fa richiesta ai proprietari del caffè e Kazu, dopo avergli spiegato bene le regole del gioco, si occupa di versare il caffè bollente nella tazzina. Ma la sedia è sempre occupata da una donna vestita di bianco che legge un romanzo. La donna, che si dice essere un fantasma,  vive lì su quella sedia e si alza da essa solo per andare in bagno ed è quello il momento per sedersi al posto suo. Guai a costringerla ad alzarsi in momenti diversi da quelli che lei programma, pena una maledizione all’oblio eterno.

L’autore ci racconta di quattro donne che decidono di vivere questa avventura ed anche se ognuna ha uno scopo diverso l’intento è quello di rimediare ad un errore fatto o cambiare un comportamento o semplicemente comunicare un messaggio non detto.

Ma il futuro non si cambia: qualunque sia la modifica apportata nel passato essa non influirà sul futuro. Semplicemente la persona che torna nel passato potrà guarire il suo senso di colpa o lenire il suo dolore per vivere serenamente il presente. Come Kotake che aveva smesso di essere una moglie per Fusagi, affetto da Alzahimer precoce, ed era diventata la sua infermiera.

Attraverso quel passaggio dal presente al passato in cui per pochi istanti il corpo si dissolve e fluttua dentro la nuvola di vapore che esce dalla caffettiera bollente, l’animo si netta dalle sofferenze, dai rimorsi, dai rimpianti e il futuro prenderà una piega diversa.

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